mercoledì 29 settembre 2010

 Le nostre poesie

       TIME

Riavremo le farfalle
serenate di cicale
a richiamare gli ozi dell’estate.

È spento già sulla collina
anche l’ultimo duetto
di grilli appassionati.

Treni di nostalgia
attraversano in silenzio
le frontiere dell’autunno.

Ma l’infinito plasma i desideri
nel crogiolo ardente
della sera.

Maria Teresa Atzori
da "lo specchio mobile" ed. Aletti - Guidonia (Roma) 2008






















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Roberto Fabris
da "Questi rami questi silenzi" ed. Hammerle, Trieste 2010

Ed ecco cosa ne pensa Nereo Vitussi, il nostro poeta più ironico, scanzonato e nel contempo dolcemente :malinconico



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LA PARTENZA

Lentamente si mosse il treno
dopo il fischio
e sembrava un lungo
serpente affaticato
costretto, gemente,
a fatica sovrumana.

Tu, con la fronte
appoggiata al vetro,
mi fissavi dolorosa
mentre la bocca
pronunciava parole
che non udivo ..                       

Addio, addio mia
per sempre amata,
era il muto saluto
che ti rivolse il cuore,
mentre il treno
ormai veloce
sembrava correre verso
l’infinito.

Da allora tante cose
sono successe …
La vita ha fatto il suo
cammino, ora leggero
ora faticoso, mentre
il tempo ha appannato
i ricordi
eppure una parte del
mio cuore si trova ancora
nella stazione di quel
lontano addio.

Loris Tranquillini




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 LA  MANO  TREMA

 

Un fazzoletto di terra
una croce
lavata dalla pioggia.
La mano trema
nel bisbiglio chiodato del ricordo
eroso
da ruggine di pianto
confine provocatorio
di vita e morte.
L’anima inginocchiata
si corona
di spine di sangue.

Maria Pia Caggianelli

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LE DUE LUNE

Luna dei vati,
signora delle maree
e delle semine,
cos’hai provato
quando quei piccoli piedi umani
ti hanno violata?

Luna,
cos’hai provato
quando quaggiù
i nostri occhi più che curiosi
rubavano lassù
i tuoi più intimi segreti?


Luna, giovane Luna,
fiore appena sbocciato,
cos’hai provato
quando ti hanno venduta
e data a lui,
a lui che non ti amava,
a lui che non ti rispettava,
a lui che voleva solo
la tua giovinezza e la tua obbedienza?

Luna,
cos’hai provato
quando dopo esser stata usata
quale strumento di perverso piacere,
arrivò bruttale il primo pugno
il primo calcio?


Luna,
quante “Lune” ancora
prima del rispetto?

AlessandraPecmanBertok

luna rossa - pastello a olio di Graziella Atzori

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Due Haiku

VOLO A PLANARE
CONTRO IL SOLE AL TRAMONTO:
GABBIANO STANCO
VITA AL TRAMONTO:
DIETRO IL DISCO DEL SOLE
L’ANGELO ATTENDE
Fulvia Petroccia Piola


Proprio uguale

Proprio uguale
ad una semplice foglia
è talvolta una vita.
Soltanto quando
cade a terra, d’autunno,
ci si accorge che è d’oro.

Fulvia Petroccia  Piola

     Humus - foto di Graziella Atzori


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NOTTI  DI LUNA

Sdraiarsi sulla spiaggia
sentire la carezza leggera
della sabbia ancora calda.
Tu
mi sei vicina.
Sento il tuo corpo,
le tue mani mi sfiorano,
le tue labbra mi impediscono di parlare.
La musica del Night
si confonde
con il suono delle onde.
Le stelle
ammiccano felici.
Sfioro la luna
accarezzando l’acqua.
Ti amo in silenzio.

Flavio Pizzino


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              Alda Guadalupi


Non è retorica sostenere, insieme al poeta, che l'amore è più forte dell'"angelo perverso" (il Male). Ne fa  fede la certezza contenuta in questi versi. Quando la mente si oscura, ecco ricompare la luce, ecco il fuoco della sapienza innata: "l'intimo amore".  
Graziella Atzori
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                Nadia Semeja 

4 commenti:

  1. Caro Roberto, la tua poesia asciutta e lineare presenta il dramma della vita, dell'intero universo con la commistione di bene e male.
    La sua intensità mi fa tremare di fronte al grande quesito sulla natura della Divinità. Non mi chiedo: Dio, dove sei? Ma piuttosto: Dio, CHI sei... ABRAXAS, COME DICEVANO GLI GNOSTICI? E come scrive Manzoni: il Dio "...che affanna e che consola". Il nostro male è il suo male. Grazie per tante meditazioni suscitate da te. Ciao Graziella

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  2. Cara Maria Pia, anche la mia mano trema dinanzi al dolore umano e universale che tu canti con un'immagine forte, archetipica (la croce in un fazzoletto di terra). La condivisione di un destino ci avvicina tutti.

    Graziella Atzori

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  3. Caro Loris, quante infinite partenze e distacchi ci regala la vita! Il tuo è emblematico e indimenticabile, con la ragazza di cui non sentiamo la voce ma percepiamo lo smarrimento... è una scena da film. La tua vena romantica si esprime qui al meglio, con una malinconia pacata capace di accentuare l'intensità del vissuto e renderne la verità.

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  4. Alessandra, che dire? Il dolore millenario e silenzioso delle donne è fotografato da te con sensibilità e maestria,rischiarato da quella luna cara a noi poeti così simbolica e, anch'essa, così muta...

    Graziella Atzori

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